This is the blog for Franko B's sculpture class at Accademia di Belle Arti di Macerata, Italy.

Giuseppe longo

Video Scultura

Cercare di racchiudere in una sola definizione il concetto di video scultura, risulterebbe un impressa ardua e di difficile esplicazione. Ma si potrebbe maggiormente comprendere il suo ruolo nell'arte contemporanea iniziando a parlare dell'inserimento dell'utilizzo del video nel mondo dell'arte. Già dagli inizi degli anni sessanta, il video entra in contatto con il mondo dell'arte; un nuovo respiro che porterà dietro di se apprezzamenti e denigrazioni, con il solo vantaggio di cambiare una volta per tutte, una tendenza artistica pronta a mutare pelle. Ed è proprio negli anni sessanta/settanta che il modo di fare arte spalanca le porte ad un nuovo medium espressivo; così il video per la prima volta diventa a pieno titolo uno dei principali artefici dell'innovazione del mondo artistico. Siamo nel 1963 quando Nam June Paik affermò che "Come il collage ha rimpiazzato la pittura ad olio ;così il tubo catodico rimpiazzerà la tela" ed io
oserei aggiungere "non solo". Così l'artista coreano nel 1963 allestisce una video installazione dal titolo "Exposition of Music-Electronic Television"; allestisce numerosi televisori facendo notare la possibilità di modulazione dell'oggetto, segnando così un importante impronta per la storia della video arte. Ma un medium espressivo, proprio come una qualsiasi formula matematica, deve poter essere combinata in altre operazioni, come moltiplicazioni, sottrazioni divisioni ecc. Ed ecco che il video è costretto ad ibridare il suo concetto con la nascita di nuovi movimenti. La body art userà il nuovo medium per poter lasciare un segno riproducibile in ogni parte del mondo, il video diventa anche documento, è la caccia dell'immagine che fissata su pellicola raccoglierà quel lasso di tempo per poter essere riprodotta in seguito. Molti artisti da Orlan a Vito Acconci alla Abramovic hanno utilizzato il video per far si che le loro
performance potessero essere riprodotte in qualunque momento. Dopo un brevissimo cenno storico sull'evoluzione della video arte e del medium video, si può iniziare a parlare di video scultura. Ma alla domanda più retorica e più naturale, ovvero, cos'è la video scultura, si risponde con un timido imbarazzo e con la certezza di non avere una certezza. Molti dizionari, alla voce video scultura, riportano tale dicitura " Opera d'arte contemporanea, comprendente l'uso di schermi televisivi o monitor". Questo è il significato di video-scultura che, navigando su internet, ho trovato da un dizionario di arte online. Dunque da questa affermazione/definizione, sembrerebbe implicito l'uso del video per fare della video scultura. Come afferma anche Marco Maneguzzo, un critico da sempre interessato alla video scultura, essa per poter esistere e nascere, ha avuto e deve avere l'ibridazione delle idee, con i precedenti movimenti e gli imminenti
sconvolgimenti ai quali andrà incontro la scultura. La video scultura, potrebbe essere, come in pittura e, in altre forme artistiche, una variante del tradizionale modo rappresentativo della forma espressiva scelta. In pittura si hanno delle varianti espressive significative, dove l'intervento pittorico è ridotto al minimo o definitivamente assente. Lo stesso potrebbe valere per la video scultura. In una mostra promossa dal Goethe Institut di Genova e realizzata in collaborazione con il centro video arte fiera di Ferrara, la mostra si concentra su quattro video scultori che sono i maggiori esponenti della video scultura a livello internazionale. Fabrizio Plessi, video scultore italiano, ha fatto dell'utilizzo del video, un estensione ormai sempre presente nelle sue opere. L'acqua, altro elemento di Fabrizio Plessi che rappresenta nelle sue opere, è sapientemente reso artificioso dall'utilizzo dei video e monitor installati nelle sue opere.
Questo tramutare e modificare l'elemento scultorio, è un nuovo varco che la video scultura porta nella rappresentazione artistica. La video scultura, può dunque, solo in parte definirsi scultura, perché essa ha un suo linguaggio e, possiede dei propri codici. Anche Maurizio Camerani, altro rappresentante della video scultura, e profondo conoscitore della video arte, oltrepasserà il flebile confine approdando alla video-scultura. Il margine tra le due forme artistiche è molto sottile e spesso superato e confuso; ma la video scultura, si avvale di spazi e di elementi, molto lontani dalle rappresentazioni installative della video arte. L'elemento video; determina di per sé un differente utilizzo del medium espressivo, che sta entrando con sempre maggiore virulenza all'interno del fare scultoreo. La linea è sottile, oltrepassare un territorio per invaderne un altro è ormai quello che un artista fa tutti i giorni. Siamo ormai abituati a vedere
sculture accompagnate da video e monitor, quasi come se questi ultimi fossero un vero e proprio prolungamento dell'arto di uno scultore. Ma, ritornando alla ricerca della nostra definizione, su cosa potrebbe essere la video scultura, ci accorgiamo che le possibili offerte per una sua definizione sono molteplici. L'elemento video dunque, diventa un apparato inscindibile per il formarsi di questo nuovo linguaggio. Ma più che cercare una definizione, o un luogo immaginario dove la video scultura possa trovare una sua collocazione, credo che noi innanzi tutto dovremmo soffermarci su di un concetto, e cercare di capire cosa potrebbe essere inteso come video scultura. Ma tentare di definire con una certa sicurezza un fare artistico in completa evoluzione, risulterebbe essere, almeno a mio modo, un approccio sbagliato alla conoscenza di quest'ultimo. Ricordo la confusione iniziale mia e dei miei compagni, su cosa ci fosse stato insegnato e su cosa fosse
la video scultura. Alcuni pensavano di fare delle sculture e poi filmarle, altri pensavano di realizzare sculture al computer, altri invece non ne avevano la più pallida idea. Dunque ancora una volta, mi ritrovo a ribadire, che la video scultura debba essere un concetto, ma ciò non è possibile, la storia dell'arte ci insegna che ogni movimento artistico deve essere studiato e analizzato, in modo tale da poter essere studiato e tramandato nella storia. Ma per me il concetto di vedo scultura resta ancora una terra lontana, tanto più vicina a me è la capacità di poter fare della video scultura. Le opere di plessi rendono artificioso la rappresentazione dell'acqua, giustamente ritratta tramite un monitor televisivo, come altrettanto, altri lavori con la presenza di video potrebbero tranquillamente rientrare nella video scultura. Sono molti giorni che ormai penso ad un mio futuro lavoro che vorrei realizzare. L'idea mi è nata proprio dopo
l'avvio della ricerca sulla video scultura. Un lavoro semplice e di facile realizzazione. Imbandire un tavolo da pranzo completamente apparecchiato, con tanto di tovaglia, forchette, bicchieri, e tutto l'occorrente per gustare un buon pranzo, e dove dovrebbe trovarsi il piatto praticare un ritaglio rettangolare sul tavolo in modo da far vedere il pavimento. Ovviamente al posto dei piatti, dove io realizzerò i ritagli sul tavolo, andrei ad inserire dei monitor, con le pietanze che dovrebbero essere consumate. Piatti caldi e fumanti, da far venire l'acquolina in bocca. È questi piatti multimediali dovrebbero consumarsi proprio come se lì ci fosse seduto qualcuno a consumarli. Il titolo dell'opera dovrebbe essere O.G.M "Organismi, Geneticamente, Multimediali". L'idea di questo lavoro mi è venuta dopo aver osservato le opere di Plessi. Il suo modo di rappresentare l'acqua mi ha incuriosito, proprio per l'impossibilità di essere
toccata, di vederla, non come in pittura, ma di vederla scorrere libera e vera, con la sensazione quasi di bagnarsi ma di non poterla toccare. Ecco questa secondo me è la video scultura. Un viaggio nelle sensazioni dell'artificio, rappresentare qualcosa nella sua interezza, vederla sentirla profumata e fresca, con la piena consapevolezza che quello che si sta guardando è qualcosa di vero, di vivo, ma che in realtà non c'è, non esiste, è solo un gioco dell'artificio e un compromesso con le nostre sensazioni.
Giuseppe longo

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